Sì, non posso fare a meno di pensare a quella madre di Arezzo che ha dimenticato la piccola in auto. E mi pare quasi di poter sentire le sue urla. Penso alla piccola, ma penso soprattutto alla mamma. Ai suoi sensi di colpa (se così la vogliamo chiamare). E gli occhi subito mi luccicano. Mi immedesimo in lei. Io che tutte le mattine mi carico Ciombina in auto per portarla al nido prima di andare in ufficio. Mi chiedo come sia possibile che il nostro cervello chiuda una finestra così luminosa, per creare il blackout totale. E in un attimo è notte. Una notte nera, da cui non so se sia ancora possibile svegliarsi.
Non possiamo giudicare. Possiamo solo stringerci attorno a lei e abbracciarla. Lei è una di noi. Ti sono vicina.
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